Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2019, Pacini Editore
Negli anni Ottanta il punk era una forma d’arte, un simbolo globale di ribellione, una cultura musicale e giovanile: un fenomeno culturale complesso, che ha avuto importanti implicazioni politiche, tanto da diventare un nuovo circuito dell’attivismo giovanile e dell’impegno dopo il declino della “stagione dei movimenti”. Fondato su un ampio ventaglio di fonti, il libro analizza origini e sviluppi del punk e lo colloca nelle sue reti transnazionali di produzione e mobilitazione: quell’esperienza diventa un osservatorio capace di restituire in modo originale le più ampie trasformazioni culturali e politiche del tempo, con particolare attenzione al caso dell’Italia e della Gran Bretagna. Siamo nati da soli vuole in questo modo contribuire al rinnovamento delle cornici interpretative degli anni Ottanta, mettendo in discussione il senso comune sul decennio come “tempo del riflusso”, di “fine” della politica, di “trionfo” del privato e di “scomparsa” dei giovani.
Il Carracci: memorie di un rifugio urbano Giuseppe Scandurra 1. Il Progetto Carracci Il Progetto Carracci nasce nel dicembre del 2000 quando, alla chiamata del Comune di Bologna per il fronteggiamento del- l’emergenza freddo, diverse imprese sociali ed enti di volonta- riato rispondono impegnandosi a creare una rete per affrontare, in soli dieci giorni, le urgenti necessità di riparo delle persone senza fissa dimora che, in quel periodo dell’anno, non avreb- bero trovato un posto presso le strutture esistenti in città (Rete Carracci 20051). La Rete, composta da un insieme eterogeneo di associazioni, si aggiudicò la convenzione per la gestione della struttura messa a disposizione dal Comune in via de’ Carrac- ci 69/2. Il Progetto Carracci, nonostante la prospettiva iniziale di durata di soli tre mesi, riesce a proseguire la sua attività ot- tenendo una proroga per altri tre mesi, fino al giugno 2001. Dopo questi primi sei mesi, la Rete si impegna per la realiz- zazione di un servizio di accoglienza a bassa soglia2 abbinato ad una particolare concezione della riduzione del danno. Un intervento composito in cui si dovevano combinare: “L’acco- glienza notturna, la prevenzione dei rischi che minano la tutela della salute, l’orientamento e il sostegno, l’attività dei percorsi di reinserimento in collaborazione con i servizi territoriali, il miglioramento della qualità della vita nel suo complesso” (Rete Carracci 2005). Questo servizio riuscì a resistere per un anno, fino al dicembre 2001. Successivamente, il Progetto Carracci chiese ed ottenne un finanziamento dalla Regione. Grazie a queste sovvenzioni ed alla compartecipazione dell’Ente locale, che continuò a mantenere a disposizione l’edificio in via de’ Carracci, l’esperienza della Rete si prolungò per un ulteriore biennio.
Hermes Journal of Communication
"To the centre of the city in the night waiting for you." Centro e periferia nella sottocultura post-punk inglese.2018 •
Since the first industrial revolution, large mass consumption has always had a decisive impact on cities' territorial configuration, in relation to centralisation, migration, urbanisation, in an often-unequal relationship between metropolis and de-urbanized contexts. In this scenario of development and geographic change, even the production of the cultural industry has undergone the effects of increasingly evident polarisation between suburbs and centres, implementing the movement from the outskirt towards the centre in an osmotic dialogue between subculture and mass production. Over the years many subcultural phenomena have been born from the suburbs as antithesis to the dominant culture. These, then, became, through the dialectic process of birth, growth and legitimation, part of the integrated system of the mainstream culture. This is the case of the post-punk movement, born in 1978 from experimentation in the outskirts of northern England and in the Midlands in antithesis to the state of emptiness, darkness and disintegration of the period of the post-industrial punk crisis, which was characterised by a more solid identity, built through a methodical research far from anti-music and anti-punk style. This paper intends to draw a map of the English musical subculture of post-punk and new wave, showing how the process of cultural production born from the residential and industrial suburbs has rewritten a new geography of the storytelling. To this end, the centripetal displacement from the outskirt towards the centre can be understood under a double perspective. On the one hand, the geographical migration from the suburbs of Manchester and Sheffield redraws the map of cultural ferment and new artistic production. On the other hand, the narration of the binomial periphery/centre permeates the cultural imagination of this movement, which, over the years, has come to touch every sector of contemporary cultural industry and which, through continuous recalls and re-enactments, re-uses the same subcultural models under different guises.
Università di Torino
Giovani e polizia: un'etnografia dalle esquinas di Città del Messico.2016 •
La Rivista di Engramma
POLIS/POLITICS | Il 68 che verrà. Saggio corale, a cura di Monica Centanni e Peppe Nanni [2018]2018 •
in G. Bonaiuti (dir.), Senza Asilo. Saggi sulla violenza politica, ombre corte, Verona 2011
La violenza collettiva nella metropoli contemporanea. Sui significati politici di un'eccezione2011 •
2019 •
La musica come geografia: suoni, luoghi, territori
Choro, maxixe, samba: da musica per gente di malaffare a fondamento dell’identità nazionale brasiliana2016 •
Milano, laboratorio musicale del Novecento. Scritti per Luciana Pestalozza, ed. Oreste Bossini. ISBN 9788877685261
Altre musiche a Milano, dal dopoguerra a ‘Musica nel nostro tempo’2009 •
2015 •
“È tutto etnico quel che conta? Conflitto per le risorse e narrazioni della diversità a Barriera di Milano”, in Capello, C. e Semi, G. (a cura di), Torino, un profilo etnografico, Meltemi, Milano, pp. 91-113
È tutto etnico quel che conta? Conflitto per le risorse e narrazioni della diversità a Barriera di Milano2018 •